Cosa
significano le varie sigle scritte sui pacchi, 3S2P, 1500mA, etc?
Le “S” e le “P” associate a
numeri indicano lo schema di collegamento interno delle celle.
“S” significa quante celle
sono collegate elettricamente in serie. “P” significa che sono in
parallelo.
Esempi.
3S1P – 1500mA, un pacco composto da 3 celle, tutte in serie.
Capacità totale =1500 mA
5S2P -3000mA, un pacco composto da ben 10celle (5×2) da 1500mA, in
cui esiste una serie di elementi di ordine 5 e un parallelo di
elementi di ordine 2. Non si può sapere se è una serie di 5 gruppi
da 2 celle in parallelo o se è un parallelo di 2 gruppi da 5 celle.
Normalmente, i pacchi che hanno presa di bilanciamento sono gruppi
di celle in parallelo che a loro volta sono in serie fra loro.
Sulla capacità del pacco, ci sono diverse filosofie di etichettatura
diverse. Diffusamente, la capacità scritta è quella totale (quella
che importa). In questo caso, 3000mA, ma il pacco è composto da
celle da 1500 (3000 : 2P).
A
volte (di rado), capita che si intenda che il pacco dell’esempio è
formato da 5×2= 10 celle da 3000. Quindi una capacità totale di
6000mA. In caso di dubbi è sempre meglio chiedere la capacità
complessiva del pacco. Per evitare equivoci, alcuni costruttori
iniziano ad omettere il numero relativo a “P”. Quindi il pacco
diventa 5S – 3000mA. Così non c’è dubbio che la capacità espressa è
quella totale.
E le sigle 11,1V – 7,4V etc?
Queste sigle indicano la tensione nominale del pacco. Un pacco è
composto da più celle.
Ogni cella ha una tensione nominale di 3,7 Volt. Questa tensione,
con batteria perfettamente carica è di 4,2Volt. Si considera una
batteria scarica quando la tensione scende a 3V ma la maggior parte
dei regolatori “taglia” l’alimentazione già a 3,4V.
A seconda di quante celle collegate in serie compongono un pacco, la
tensione nominale varia.
Esempi: Pacco 3s = 3 x 3,7V =11,1V. Pacco 5s = 5 x 3,7V= 18,5V
Cosa significa la “C” che compare in etichetta ?
Indica la possibilità di massima corrente istantanea prelevabile dal
pacco.
Esempio.
Un
pacco 1500mA 10C continui (cont) e 12C di picco (burst), significa
che la corrente continua massima prelevabile non deve superare
1500×10 =15.000mA (cioè 15A). La corrente di picco (di solito intesa
come sopportabile per una manciata di secondi), è di 1500×12=18A.
Un
pacco 1500mA 20C continui e 25C di picco, significa che la corrente
continua massima prelevabile non deve superare 1500×20 =30A. La
corrente di picco sopportabile è di 1500×25=37,5A.
E’ CALDAMENTE SCONSIGLIATO SUPERARE I VALORI DICHIARATI.
Come misuro la corrente che richiede il mio modello?
Occorre uno strumento. Ce ne sono diverse tipologie. Dalla pinza
amperometrica (per correnti DC), all’Emeter, Ultimeter, Wattmeter,
etc… ne escono sul mercato in continuazione per tutte le esigenze.
Se le correnti sono basse (mini e micro modelli) un tester
(multimetro) con amperometro può essere sufficiente.
Una batteria “10C” è quindi peggiore di una “20C” ?
Non sempre, dipende dall’uso.
Una batteria con “C” alto fornisce potenze elevate che sono spesso
necessarie per applicazioni critiche.
Se non sono richieste correnti elevate, una batteria di generazione
precedente (“C” inferiore), permette un discreto risparmio
economico.
Come calcolo l’autonomia?
Se ho una batteria da 1500mA e un consumo di 10A, l’autonomia è
prevedibile in:
1,5A (1500mA) / 10A x 60min. = 9 minuti. Di solito l’autonomia è
maggiore perché difficilmente si tiene il gas a manetta tutto il
tempo..
In relazione alla risposta precedente, se devo montare una batteria
da 1500mA-20C perché ho un consumo di 25A, l’autonomia sarà di
appena 1,5A : 25A x 60min.= 3,6 minuti.
Perché allora usare una batteria da 20C 1500mA?
In alcune applicazioni, l’autonomia è poco importante, mentre è
importante ridurre l’ingombro e il peso. Una 3000mA 10C, avrebbe
all’incirca la stessa prestazione con autonomia ben superiore, ma il
peso e l’ingombro di tale batteria potrebbero non essere
accettabili.
Cosa significa sbilanciamento del pacco?
Il pacco è formato da più celle. Tutte sono identiche fra loro, ma
solo nominalmente.
Per sbilanciamento, si intende una diversa tensione delle celle.
Questa può essere a vuoto e con carico (di solito se la differenza
esiste in una condizione, esiste anche nell’altra.). In pratica un
pacco 3S LiPo, dovrebbe avere una tensione di 12,6V a fine carica.
Il 3S indica che ci sono 3celle da 4,2V nominali. Se il pacco è
sbilanciato, le celle, non hanno tutte la stessa tensione, ma
possono differire.
Come posso ridurre le probabilità di andare incontro ad uno
sbilanciamento?
1) NON scaricare sotto i 3V (con carico) le singole celle. Perciò,
per un pacco da 3S, con modello operativo, la tensione complessiva
non deve scendere sotto i 9V (3S x 3Volt).
2) NON chiedere alle batterie correnti superiori a quelle indicate.
Dopo anni di utilizzi, prove strumentali e pratiche, ritengo molto
più prudente non arrivare nemmeno a correnti dell’ordine del 60-75%
del carico ammissibile dichiarato. Se un pacco è da 1500mA 20C
(continui), consiglio vivamente di non superare i 18-20A di carico
massimo (se non per qualche secondo), contro i 1500mAx20C= 30A che
viene posto come limite dall’etichetta.
3) EVITARE surriscaldamenti (attenersi il più possibile al punto 2).
Controllare dopo ogni uso la temperatura. Se il pacco è molto caldo,
sopra i 50-55C, è meglio lasciar tornare a temperatura ambiente il
pacco prima di procedere alla ricarica.
Quale sbilanciamento si può tollerare ?
Uno sbilanciamento fino a 0,04-0,05V fra la cella con tensione
superiore e quella con tensione inferiore è generalmente tollerabile
(es: Cella 1= 4,18V; Cella 2= 4,20V; Cella 3= 4,22V). Se la
differenza è inferiore, è meglio. Uno sbilanciamento nei limiti del
tollerabile, obbliga comunque un costante monitoraggio del pacco,
perché potrebbe essere sintomo di un problema.
Perché è dannoso lo sbilanciamento?
L’esempio sopra riportato non è pericoloso, ma se c’è uno
sbilanciamento e non vengono presi rimedi, questo può aumentare e
rendere il pacco pericoloso.
Lo sbilanciamento grave porta a due fenomeni opposti: carica
eccessiva di una cella e scarica eccessiva di un’altra.
Se una cella raggiunge una tensione a vuoto inferiore ai 3V, il
danno diventa permanente, riducendo le prestazioni.
Se la cella subisce notevole abbassamento di tensione (sotto 1V) o
viceversa raggiunge o supera una tensione di 4,35 o più Volt, la
cella può essere soggetta ad un rigonfiamento, esplosioni.
I rigonfiamenti, sono spesso molto rapidi e, a seconda delle
condizioni, possono verificarsi anche in qualche decina di secondi.
Sono molto spesso irreversibili (e comunque creano shock).
Non è sicuro che il rigonfiamento avvenga durante la carica o la
scarica del pacco. Sono documentati episodi di rigonfiamenti a
distanza di ore.
Nei casi limite (tutt’altro che rari), portano ad una rottura
dell’involucro con conseguente uscita di gas che sovente si incendia
in modo improvviso. Insomma una piccola esplosione.
Se un pacco si gonfia o presumo che lo possa fare, come mi comporto?
Durante la carica o il riposo, è buona norma appoggiare il pacco su
di una superficie resistente al fuoco e al calore, come una lastra
di metallo, una piastrella grande, etc e lontano da oggetti
infiammabili…
Non lasciare mai le batterie incustodite durante la ricarica. Anche
se l’ incendio non si sviluppa, il fumo (tossico), riempie una
stanza in pochi secondi.
Se il pacco si gonfia è il caso di riporre il pacco all’aperto. Per
ridurne la pericolosità è sufficiente immergerlo in una bacinella
con acqua o sabbia con collegato un piccolo carico (come una
lampadina da bicicletta su ogni cella). Dopo alcuni giorni di
trattamento si può gettare negli appositi contenitori per
accumulatori esausti.
Perché si sbilancia un pacco? Non dovrebbero essere uguali le celle
che lo compongono?
Se un pacco viene venduto da 1500mA, non c’è da meravigliarsi se una
cella è da 1490 e un’altra da 1520. Questo a causa delle tolleranze
inevitabili durante il processo produttivo.
Inoltre, le celle sono sottoposte a condizioni d’utilizzo diverse.
Le celle intermedie (se un pacco ha più di 2 celle) scaldano di più…
Le celle a ridosso di una parete del modello, scaldano di più… le
celle meno esposte a flussi d’aria scaldano di più… e così via. Una
buona aerazione è buona abitudine.
Ecco perché anche un costoso pacco di marca e performance
rispettose, può richiedere il bilanciamento.
Un pacco da 10-12C, si “siede ” alla richiesta di correnti elevate
e perciò si termina l’uso prima che le celle siano fortemente
scariche. La tensione con carico è molto più bassa di quella a
riposo. Se anche si scende sotto i 3V per cella durante l’uso, dopo
pochi minuti che il pacco è a riposo, la tensione di tutte le celle
tende ad alzarsi parecchio. Pertanto, anche la cella più debole, non
viene mai o quasi stressata molto più delle altre celle.
Per batterie da 16,20 o più C , la tensione rimane molto più
costante per tutta la fase di scarica, permettendo di sfruttare
tutta l’energia disponibile, fino al crollo rapido di tensione. In
questo caso, nel giro di pochi secondi, si vede passare la cella più
debole da 3V a 2,5V, mentre le altre celle, avendo qualcosa in più
da dare,riescono a darlo con tensione più alte. In pratica si tende
a “spremere” il pacco più performante ed è quindi più probabile
avere repentini e gravi sbilanciamenti.
Come verifico se un pacco è sbilanciato?
Occorre un multimetro digitale, anche economico.
Se un pacco ha 3 celle in serie (3S), il connettore di bilanciamento
presenta quasi sempre 4 fili. In questo caso, si misura la tensione
fra i fili 1 e 2. Poi la tensione fra i fili 2 e 3. Infine la
tensione fra 3 e 4. Così la tensione di tutte le celle è stata
misurata e si possono valutare eventuali sbilanciamenti.
Se il pacco ha più celle, il pacco avrà un filo un più per ogni
cella, obbligando ad una misurazione ulteriore, ma il metodo rimane
lo stesso.
I cavi agli estremi sono fisicamente collegati al + e al – della
batteria. E’ bene contrassegnarli.
Come identifico il + e il – nel cavo di bilanciamento se il colore
non è standard?
Con i puntali del Multimetro (comunemente chiamato “Tester”), si
misura la tensione dei due fili agli estremi.
Se la lettura è positiva, ad esempio 11,82V, tutto bene, altrimenti,
scambiare i due in modo da portare la lettura da -11,82V a 11,82V.
Quando sul display appare un numero positivo, il puntale che sul
multimetro è innestato nella boccola contrassegnata “-” o “COM” è il
meno dell’ultima cella (-batt). L’altro puntale è il positivo della
prima cella (+batt)
Come posso rimediare se mi accorgo che il pacco è sbilanciato?
Caricare con un caricatore che ha bilanciatore o aggiungere
esternamente il bilanciatore!
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Adesso che avete letto quanto sopra…vi posso dare dei consigli per farle durare ed evitare spiacevoli esplosioni!
ATTENZIONE AL VOLTAGGIO!
Le celle non devono mai andare sotto ai 3,4 Volt cella, questo non
deve succedere nemmeno quando la batteria e’ sotto carico, quindi
sarebbe opportuno togliere la batteria dal modello quando questa e’
al massimo a 3,7 volt cella, pertanto non usate il cutoff la
soluzione migliore e’ usare un timer anche perche’ se per caso il
cut off del regolatore non funziona le lipo se ne vanno a benedire…
CHE LIPO
COMPRO?
Si devono comprare lipo di buona qualita’ qua la regola che chi poco
spende piu’ spende e’ piu’ che valida!
Poi dobbiamo sempre verificare che abbiamo un c di scarica
sufficente… non e’ detto che delle 30c lo siano..quindi prima di
prendere delle lipo dovete ben verificare i “consumi” del vostro
modello.
LA RICARICA
DELLE LIPO
La ricarica deve essere fatta a temperatura giusta che varia tra i
18 e i 25 gradi..
Non caricate le lipo in un luogo freddo in quando la lipo a freddo
si ricarica di piu’ e appena si scaldano vanno fuori voltaggio
esempio: lipo a 4 gradi 4,21 volt cella la portiamo a 30 gradi
arrivera’ a 4,30 se non oltre..con il rischio di esplosione.
Utilizzate caricabatterie digitali e bandite quelli con le spiette o
i led…
Sempre meglio usare uno con lo schermo cosi’ da poter tenere sotto
controllo i voltaggi durante la ricarica.
la ricarica della lipo sarebbe bene non superare mai un c di
ricarica..
quindi se abbiamo delle 2200mha la ricarica non deve superare i 2,2A
anche se sulle celle c’e’ scritto 4 c ricarica…. e’ una balla non
fidatevi..si rovinano!
QUANDO DEVO
BUTTARE LE LIPO?
Ammaccature, tagli, rigonfiamenti sono gia’ ottimi avvertimenti di
sostituire la lipo. L’unico rigonfiamento concesso e’ a fine scarica
ma appena la lipo torna in temperatura deve tornare come prima.
Comunque se la lipo a fine giro e’ gonfia vuol dire che non e’
all’altezza del modello, in parole povere i c di scarica non sono
sufficenti.
QUALCHE
ALTRA REGOLA AL FREDDO!
La lipo fine giro non deve superare i 40 gradi.
La lipo soffre il freddo quindi tenete al caldo le lipo fino al loro
utilizzo,questo fara’ si che quando la utilizzerete rendera’ molto
di piu’ in quanto la lipo fredda si scarica molto prima.. E SI
ROVINA!
STOCCAGGIO
E FINE CORSA!
La lipo deve essere messa SEMPRE in storage cioe’ a 3,85 volt cella
anche se la riusate il giorno dopo!
mettete le lipo nei lipopak oppure in una cassaforte,una pentola a
pressione o in una cassetta portamunizioni, o comunque qualsiasi
altro contenitore metallico va’ bene.
In mancanza di un contenitore potete appoggiarle sopra a uno
scaffale attaccato al muro meglio se di metallo, lontato da
qualsiasi cosa che possa incendiarsi, male che vada se esplodono si
sporca il muro, e si riempie la stanza di fumo.
estratto da sito https://www.jetmodel.it/batterie-lipo/